Export & Price: Valdimiro Collection – Marche

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Cantine Valdimiro – Valdimiro Collection – Disponibile Catalogo Campionatura – L’azienda che mi fregio di presentare è una realtà a conduzione familiare che si propone oggi sul mercato con un prodotto di nicchia e tutto fabrianese. L’azienda vitivinicola è situata in una delle zone più pregiate, dal punto di vista viticolo, di Fabriano (altitudine collinare 502 metri s.l.m.). Originalità, naturalità e tradizione del territorio sono il nostro spirito, la nostra mission. LA PUNTA DI DIAMANTE: Verdicchio di Matelica. E’ il prodotto tradizionale dell’azienda, da sempre apprezzato dai nostri clienti perché rispecchia l’identità della nostra terra. Il vino aggiunge un sorriso all’amicizia ed una scintilla all’amore . Nel medioevo è uno dei luoghi fortificati più importanti e strategici del territorio fabrianese; deve probabilmente la sua origine agli abitanti della vicina Attidium che qui si rifugiarono… Il nome, anticamente Coldemato o Coldemati, deriverebbe da tal Matius esponente della gens Mattia Attidiate forse proprietaria di questa terra. Dopo una prima menzione in un atto del 1170, ritroviamo Collamato citato nel 1199 quando i signori feudali Bartolo, figlio di Attone di Sacco, e suo fratello Pillaleone decidono l’annessione al nascente Comune di Fabriano dei loro possedimenti posti all’interno e all’esterno della corte divenendo di fatto essi stessi, e le famiglie loro dipendenti, castellani. Vista la posizione del luogo, avamposto e confine con i territori della lega voluta dalla famiglia Ottoni tra le città di Matelica-Tolentino-Montemilone-Cingoli-Recanati-Civitanova-Montegranaro, nella pergamena si fa espressamente riferimento alla concessione dell’utilizzo delle strutture difensive da parte dell’esercito comunale; un mese più tardi altre tre famiglie residenti in Collamato compiranno analogo atto di sottomissione. La reazione di Matelica non si fa attendere: preoccupata dall’accresciuta influenza di Fabriano occupa con i suoi soldati Collamato. Finalmente, dopo alcuni anni di tensioni e scorribande, il tutto si risolve nel 1211 quando i due comuni si incontrano per stabilire i reciproci confini; nel frattempo l’insediamento era stato ricostruito e la giurisdizione fabrianese riconosciuta sia dal legato della Marca che dall’imperatore Ottone IV. E’ il 1349 quando ritroviamo Collamato coinvolto nelle lotte tra le diverse fazioni cittadine. Scrive lo storico Scevolini che per sovvertire il ghibellino Alberghetto Chiavelli, il cugino e capo della parte guelfa, Amoroso Chiavelli, occupò l’abitato. Tale fu la reazione dell’avversario, tra l’altro impegnato su un’altro fronte di rivolta a Porcarella, che il castello venne riconquistato in soli due giorni con l’impiego di 300 armati e raso al suolo “con grandissima uccisione degli abitanti“. Nel 1390 Guido Chiavelli acquista un terreno “in podio in quo olim fuit castrum Collisamati“, dunque la ricostruzione ancora non era avvenuta e non si ebbe probabilmente fino al 1421 quando, come stabilito nello Statuto Chiavellesco, ilcastrum viene dotato di tre grosse torri difensive alte 10 piedi che eccedono di 3 piedi le mura ricostruite. Nel 1486 si contano 34 nuclei familiari, pari a circa 235 abitanti. Nel cinquecento è insieme con Cerreto uno dei castelli più ricchi del contado, possiede per uso pubblico un mulino, un forno, un macello ed una panetteria ed è in questo periodo che si edifica il secondo borgo. Nel 1570 viene costruita la casa della comunità, nel 1604 restaurata la facciata della chiesa parrocchiale e nel 1619 vengono mattonate le piazze e le “rue” interne. Sul finire del seicento due delle tre torri rovinano al suolo, quella “di Nagni” presso la chiesa di san Giustino e quella “di Fantino” colpita da un fulmine. In questi anni si contano circa 550 abitanti. Nel 1826 la chiesa principale dedicata a San Paterniano, versando in pessime condizioni, viene riedificata dalle fondamenta. Oltre a questo edificio religioso sono da ricordare la duecentesca chiesa di San Giustino appena fuori le mura utilizzata prima come ospedale e successivamente come cappella cimiteriale fino al 1887; e la chiesa rurale di Sant’Anna, distante circa 2 km dal paese, dove è tuttora conservato un affresco di scuola fabrianese datato 1481 raffigurante Sant’Anna, la Vergine Bambina e il piccolo Gesù tra San Rocco e San Sebastiano. Un ultimo cenno va alle due incisioni che si trovano nel legno della porta del castello: in una di esse alcuni hanno voluto leggere un’iscrizione di origine templare. Tre lettere comporrebbero un monogramma che letto per esteso restituirebbe la dicitura Ordo Militiae Templi. La teoria appare comunque priva di validi fondamenti: simboli analoghi erano utilizzati dai mercanti per contrassegnare beni e merci e venivano esposti o incisi fuori dalle botteghe per identificarne il proprietario. Brokerage Brand Ambassador Community Euro-Barter – Per Info & Proposte: trading@euro-barter.com

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